Un amore virtuale

Un amore virtuale di Tracie Podger

Un amore virtuale

Titolo: Un amore virtuale
Serie: Stand Alone
Autore: Tracie Podger
Genere: Contemporary Romance
Narrazione
: Prima persona, Pov della protagonista
Tipo di finale: Chiuso
Numero di pagine: 379
Data di pubblicazione: 2 Giugno 2020
Editore: Hope Edizioni

Trama: Sai che odore ha la speranza?
È una combinazione di mare, alghe e aria salmastra. E di sabbia bagnata in un giorno d’inverno.
Jayne ha quarantacinque anni quando vive il momento più bello e più brutto della sua esistenza.
Si è innamorata pazzamente e ha perso tutto da un giorno all’altro.
Ma non importa quanto la vita diventi dura, quanto tu sia caduto in basso e quanto oscuro possa essere il tunnel nel quale sei finito, perché c’è sempre un barlume di speranza.
Dalla sua casa dei sogni nel Kent, passando per il manicomio, per giungere in un cottage in Cornovaglia, Jayne affronta un viaggio destinato a ferirla, a distruggerla e, infine, a guarirla.
Questa è la storia di una donna alla ricerca di se stessa, per imparare ad amarsi di nuovo.

Temi trattati - Spoiler - Un amore virtuale

Tradimento, fine di un matrimonio, malattia, morte, tentato suicidio, depressione, ricovero in un centro psichiatrico, rinascita.

[riduci]

Ci sono libri capaci di tenerti incollato alle pagine dall’inizio alla fine, libri di cui non ne hai mai abbastanza e che vorresti rileggere ancora e ancora. Poi ci sono quei libri capaci di toccarti l’anima, di incidersi nel tuo cuore e farti riflettere.
Un amore virtuale appartiene decisamente a questo tipo di libri.
Non è solo un libro profondo e riflessivo. Racconta l’urlo di dolore di una donna, di quanto la vita – spesso – non vada come abbiamo pianificato e, soprattutto, mette a nudo, attraverso la protagonista, l’essere umano, con pregi e difetti.

Jayne, protagonista di Un amore virtuale, è una donna di quarantacinque anni intrappolata, giorno dopo giorno, in una routine che non le appartiene, ma con cui ha imparato a convivere. Sposata da più di vent’anni con un uomo che non l’ha mai amata, vive il matrimonio in solitudine, in una casa in provincia di Londra.
Suo marito Michael, infatti, non è mai a casa. Rimane spesso fuori, e ormai ha una relazione con un’altra donna da anni. Jayne, sua moglie, non è altro che una presenza scomoda nella sua vita, ma che si rivela utile quando c’è da preparare la cena o lavare i vestiti.
Ecco quello che è diventata Jayne, anno dopo anno.

Una donna che non ha mai lavorato, ma che ha scelto di essere una casalinga e crescere i suoi figli. Una donna, che non è diventata altro che una domestica, per un marito fedigrafo che non ha mai amato. Una madre che ha cresciuto due figli, ma negli ultimi anni solo uno dei due è sempre stato presente per lei. Con Ben, il primogenito, ha un rapporto stupendo. Eppure Michael, non ha mai trattato Ben come un figlio. L’ha sempre guardato come colpevole del matrimonio con Jayne, perché si sono sposati quando lei è rimasta incinta.
Allo stesso tempo, però, il rapporto di Michael con Casey è diverso. Casey, la seconda figlia, è la cocca di papà e, a causa di questo, ha sempre avuto un rapporto altalenante con Jayne.

Nulla in questo matrimonio – o nella vita familiare – può essere definito vero e sincero. Jayne, però, non riesce a mettere la parola fine. È a conoscenza delle relazioni del marito, ma non può lasciarlo. Non avendo mai lavorato, dipende da sempre in tutto e per tutto da Michael. Persino uscire a prendere un caffè, o per comprarsi degli abiti nuovi, è complicato. Convinta dalla sua migliore amica Carla a fare una vacanza insieme, partono per le Maldive e qui la vita di Jayne cambierà completamente.
Qui incontrerà Stefan, un uomo danese capace di farla sentire viva.
Qui capirà che merita di meglio, che è arrivato il momento di rinascere.

I miei occhi erano scintillanti perché, per la prima volta dopo anni, nonostante il motivo che aveva provocato quelle lacrime, mi sentivo libera.

Finita la vacanza, l’amicizia con Stefan – e il loro scambio di email – allieta le giornate di Jayne, tornata alla sua quotidianità e al suo matrimonio senza amore.

Ero innamorata di qualcuno che non avrei mai potuto avere, e la cosa mi faceva soffrire.

Questo rapporto diventa presto l’àncora di salvezza nella vita di Jayne, che deve affrontare non solo una situazione familiare complicata, ma anche la morte del padre, con cui la donna aveva un rapporto bellissimo.
Una settimana di vacanza per se stessa è ciò di cui la donna ha bisogno, per accettare ed elaborare il lutto. E così andrà in Cornovaglia, nel posto in cui, da piccola, andava ogni estate con i genitori. Si innamorerà del cottege in cui alloggerà e qui, finalmente, inizierà ad imparare a convivere con il dolore della perdita del padre.

Ci sarà un altro momento, nella vita di Jayne, in cui quel cottege significherà tutto. In cui incontrerà Stefan, dopo un anno di email, e quell’amicizia si trasformerà in qualcosa di più profondo.
Quel cottege diventerà un posto sicuro, un luogo pieno di ricordi felici, qullo in cui Jayne è rinata, e si è concessa di amare ancora.
Ma tutta questa felicità e gioia si trasformeranno presto in senso di colpa, altro dolore e depressione, odio per se stessa e, ancora una volta, in perdita e lutto.

Volevo solo che la sofferenza finisse e iniziasse l’intorpidimento. Desideravo rimanere nel mio abisso nero e non ero convinta di voler “guarire”. Una parte di me aveva bisogno del dolore, una parte di me lo odiava. Una parte di me voleva ricordare, una parte di me aveva bisogno di dimenticare.

Jayne, infatti, cadrà in una spirale periolosa e oscura, e dovrà combattere contro la depressione.
Uscirne non è facile, molte persone non ci riescono per tutta la vita, e Jayne deve imparare a convivere con questa malattia silenziosa e imprevedibile, che scorre dentro di lei annullando i sentimenti positivi.
Non è più la Jayne rinata e felice del cottege, non è più la Jayne di Stefan.
Ora c’è una nuova Jayne, che deve ricominciare a vivere da capo, che deve ripartire da se stessa e non può permettersi di pensare a qualcun altro. Forse una scelta egoistica, penserete. Ma non è così.

Non puoi stare bene con qualcuno se prima non stai bene con te stesso. Non puoi apprezzare l’aiuto di una persona, se non vuoi essere aiutata.
Jayne deve trovare quello che ha sempre cercato, imparare a volersi bene e accettarsi, a sfogarsi e assimilare tutto quello che è successo. E per farlo, ha bisogno di essere sola, perché solo nella solitudine, messa a nudo la nostra anima e il nostro essere, riusciamo a conoscerci davvero.

Un amore virtuale è un libro difficile ed impegnativo. È una storia straziante e piena di agonia e dolore. Può sembrare un viaggio buio e solitario, ma ci sono spiragli di luce, piccoli momenti, per cui vale la pena affrontarlo. Una persona pensa spesso che tutte le sfighe capitino sempre e solo a lui. Ma non è così. Solo mettendoci a parlare davvero con le persone possiamo capire quanto la vita sia difficile e imprevedibile per tutti. Jayne ne è un esempio. Si, stiamo parlando di un romanzo, ma tra le pagine di questo libro c’è verità, c’è l’anima di un’autrice che ha avuto il coraggio di raccontare la sua battaglia con la depressione.

Perché vi sto dicendo questo? Perché, se leggerete Un amore virtuale, invece di pensare “cavolo, ma tutte a Jayne?” pensate a quanto è forte una persona per affrontare tutto questo e, alla fine, tornare a sorridere.
Pensate a quanta forza ci vuole per riconoscere i propri errori, per convivere con un dolore così grande, e ricominciare, non solo a sopravvivere, ma a vivere davvero.

«Non riesco a lasciarti andare» confessò.
«Non lasciarmi mai andare» bisbigliai.

Tracie Podger, attraverso i ricordi di Jayne, ci accompagna in un inferno pieno di ombre, lacrime e sofferenza ma, così com’è stato per Jayne, quando leggerete l’ultima pagina, lo farete con il sorriso sulle labbra. Perché questa è la storia d’amore di una donna per se stessa, per la vita, e per un uomo che le ha ridato la capacità di amarsi.

Copia ARC fornita dalla Casa Editrice in cambio di una recensione onesta e sincera.
Salvare Rayne

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