Se avessi avuto gli occhi neri

Se avessi avuto gli occhi neri di Gianfranco Sorge

Se avessi avuto gli occhi neri

Titolo: Se avessi avuto gli occhi neri
Serie: Stand alone, autoconclusivo
Autore: Gianfranco Sorge
Genere: Narrativa
Tipo di finale: Chiuso
Narrazione: Terza persona (passato), Prima persona, POV di Umberto (prima parte) & Aurelia (seconda parte)
Numero di pagine: 268
Data di pubblicazione: 22 ottobre 2020
Editore: goWare
Trama:
Può il colore degli occhi incidere sulla vita di una persona, condizionandola? A seguito di un tentato suicidio, Stella finisce ricoverata in psichiatria e da lì prende le mosse il racconto della sua sofferta esistenza. Costretta a subire il matrimonio con Sebastiano, un uomo potente che non ama, tenterà di ottenere il proprio riscatto attraverso i figli. Santa, la primogenita, riuscirà a crearsi una vita indipendente.

Carmelo avrà invece un’esistenza tormentata fin dalla nascita, quando il padre lo rifiuta perché non ha gli occhi neri come i veri “masculi siciliani”. Se avessi avuto gli occhi neri è anche un affresco della Sicilia dai primi del Novecento a oggi, che esplora la condizione delle donne siciliane, l’evolversi della famiglia, i mutamenti della società. Un viaggio alla ricerca di identità negate, della propria verità e del difficile percorso per accettarsi ed essere accettati. Una saga familiare dall’imprevedibile finale.

Se avessi avuto gli occhi neri - Argomenti trattati

Violenza, abusi, suicidio, omicidio, LGBTQ.

[riduci]

«A volte la vita ti mette di fronte a prove difficili.»

Gianfranco Sorge con Se avessi avuto gli occhi neri, il suo libro pubblicato da goWare permette al lettore di osservare e comprendere le difficoltà affrontate nel corso degli anni dai componenti di una famiglia siciliana, originaria di Troina, un paesino in provincia di Enna. Il racconto di una storia familiare che, non solo consente di far luce sulle motivazioni che hanno spinto una signora anziana ultra ottantenne a tentare il suicidio, ma soprattutto accompagna lungo il difficilissimo percorso di accettazione di uno dei suoi componenti.

La narrazione si divide in due parti e, in ognuna di queste, al presente si alternano episodi del passato.

Il dott. Umberto, lo psichiatra presso la struttura ospedaliera di Catania in cui viene ricoverata Stella, la paziente che ha tentato il suicidio, viene chiamato per un consulto sullo stato psichico dell’anziana signora e, attraverso le domande che le rivolge, si inizia un viaggio che conduce indietro nel tempo, in una realtà siciliana difficile, non solo perché si è in procinto di affrontare il secondo conflitto mondiale, ma anche per la triste condizione sociale in cui erano costrette a vivere le donne. Ubbidienza, sottomissione e annullamento della propria identità, al cospetto di padri e mariti padrone. Donne ingenue, come Stella, cresciuta in un collegio religioso, nel costante timore di commettere peccato e di subire punizioni divine, educata ad una irreprensibile disciplina.

Sebastiano, ancor prima di diventare il marito di Stella, si era imposto attraverso le minacce, la violenza e il ricatto. Un individuo che non credo sia facile definire uomo. Un insicuro, un prepotente egoista, un vigliacco pronto a tutto pur di mantenere alto il proprio status sociale, sarà, per Stella, la causa di tantissimi anni di profonda sofferenza. L’unica gioia, che riuscì a darle furono i loro due figli. La primogenita, Santa – detta Santuzza –, con la sua nascita, in un primo momento, aveva contrariato Sebastiano in quanto non era nata masculu.

«Rivolgendosi a Stella la apostrofò: “Mancu un figghiu masculu si capaci di fari” e andò via sbattendo la porta di casa.»

Ma poi, Santuzza, era inaspettatamente riuscita a conquistare il suo cuore burbero diventando l’unica persona capace di fargli provare dei sentimenti sinceri e spontanei. Le cose andarono diversamente, quando diversi anni dopo nacque Carmelo, infatti, l’immediata felicità provata dal marito di Stella quando gli venne comunicato di essere diventato padre del figlio maschio tanto atteso, sparì nel momento in cui, guardandolo, scoprì che non aveva gli occhi scuri come i suoi.

Se avessi avuto gli occhi neriGli occhi chiari di Carmelo rappresentarono da subito un affronto alla “rispettabile” discendenza dei membri della sua famiglia tutti veri masculi siculi con gli occhi neri.

Da quel momento la vita di Stella divenne ancora più tormentata, perché oltre a difendere sé stessa, doveva pensare a proteggere Carmelo.

Gli sviluppi della loro storia diventano sempre più chiari nella seconda parte del romanzo, quando Aurelia, la figlia di Santuzza, chiamata dal dott. Umberto si reca a Catania per aiutare i propri nonni. In questa occasione, per la prima volta, scoprirà il passato dei parenti di sua madre e scoprirà quanto sia stato difficile per lo zio Carmelo, affrontare la vita. La sua diversità, il suo essere altro, rispetto alle aspettative del padre e della società.

 

Il lettore attraverso il racconto di Carmelo, comprende i dettagli della sua lenta trasformazione. Una lenta presa di coscienza di sé, delle proprie necessità e delle profonde ferite lasciate dalla mancanza di affetto da parte del padre.

«Si sentì solo e smarrito. Un cieco brancolante in un buio sconosciuto e sconcertante. E ancora una volta si percepì sbagliato, malriuscito come una ciambella senza buco, se non una mostruosa anomalia della natura.»

Gianfranco Sorge, in queste pagine, affronta, senza fare sconti, gli effetti devastanti della discriminazione. Sia quella subita dalle donne rispetto agli uomini, sia quella nei confronti di chi non presenta le caratteristiche fisiche che la comunità etichetta come giuste e normali.

Carmelo si chiederà per gran parte della sua vita: e “Se avessi avuto gli occhi neri”? Come sarebbe andata? Questo forse Carmelo non lo potrà mai sapere ma nel corso della narrazione troverà delle risposte ad altri interrogativi e per conoscerle vi basterà leggere questo libro.

L’autore, medico chirurgo, dirigente psichiatra dell’azienda sanitaria catanese, psicoterapeuta e docente di Psicopatologia, romanzando le sue esperienze professionali e di vita, fornisce un quadro dettagliato sia degli eventi storici avvenuti in Sicilia, sia delle usanze diffuse tra la popolazione di quel tempo, ma soprattutto, permette di entrare nella mente di chi ha lottato contro tutto e tutti pur di essere sé stesso.

Un concentrato di molti degli aspetti negativi che hanno caratterizzato l’isola in cui sono nata e in cui vivo e di cui non si può andare certo fieri. Fatti e atteggiamenti reali che non si possono e non si devono negare. Perché solo prendendo coscienza degli errori commessi si può cercare di non ripeterli. La Sicilia non dovrebbe essere mai più una terra lasciata nelle mani di maschilisti, mafiosi e ipocriti discriminanti. Purtroppo ancora oggi, in Sicilia, come nel resto d’Italia, la strada per raggiungere gli obiettivi di rispetto, libertà e uguaglianza, è ancora lunga, ma credo che dei libri come Se avessi avuto gli occhi neri, che impongono di non dimenticare e spronano a riflettere, si debba far tesoro.

Una lettura assolutamente da fare, impegnando mente e cuore.

«C’era qualcosa di diverso in me che già percepivo e che si stava rivelando…»

Cartaceo inviato gratuitamente dall’autore in cambio di una recensione onesta e sincera.

Lo sai che siamo affiliati Amazon?! Se ti piace il nostro blog e vuoi acquistare un libro clicca qui sotto sui nostri link!

Tu non spendi un centesimo in più, ma aiuti noi a crescere e ci dai la possibilità di mettere in palio i cartacei nei giveaway nel rispetto della legge! Grazie!

 Per acquistare Se avessi avuto gli occhi neri, clicca QUI

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *