Miss Pride di Charlotte Lays

Miss PrideTitolo:​ Miss Pride

Serie:​  # 3 NY Sinners Series, autoconclusivo

Autore: Charlotte Lays​

Genere:  Contemporary Romance​

Tipo di finale: concluso​

Narrazione:  Prima persona, POV alternati dei protagonisti (Luise e Leone)​

Data di pubblicazione:​ 28 aprile 2019  cartaceo e 2 maggio 2019 ebook

Editore:​ Self-publishing

 

TRAMA:

Miss Pride, Luise, Louisy, Anchovina… Tanti nomi quante le maschere da indossare per una sola donna, una sola anima nascosta e impenetrabile.

Impossibile raggiungerla, inevitabile perderla.

Perché per lei legarsi a qualcuno è impensabile: l’arto fantasma che è il suo cuore si ribella. Le Cosmo Girls sono le uniche a conoscere il suo segreto, ma è un solo uomo quello in grado di scalfire la sua corazza. Distante, ormai, lontano. Leone vive addirittura in un altro continente e la odia. Ed è giusto così.

Quando i suoi zii muoiono, tuttavia, Luise è costretta a fare ritorno a Santomotto, un piccolo borgo in Toscana. È straziante per lei il pensiero di non aver potuto salutare un’ultima volta le persone che di fatto hanno sempre sostituito i suoi genitori, ma non è solo per questo che il viaggio verso l’Italia la spezza.

Assieme alle lacrime, infatti, arrivano i pensieri, i ricordi, un’infanzia dimenticata, un’adolescenza cancellata a forza.

Leone, il suo primo e unico amore, ora non è più lo spettro che vive tra le rovine del suo cuore. È reale, bellissimo e intoccabile. E furioso. Perché lei lo ha lasciato, abbandonato, deriso, gettandolo in una spirale di menzogne.

Ragione e sentimento, orgoglio e pregiudizio: quanti assalti può sopportare un cuore prima di cedere e dichiarare la resa incondizionata?

Continua il mio percorso alla scoperta della NY Sinners Series di Charlotte Lays, ed oggi, mi fermo per scrivere di Miss Pride, il terzo volume della serie.

Immaginate di ascoltare una canzone, di quelle bellissime e commoventi, che all’inizio, con le prime strofe cullano e  fanno sognare, avvolgono con le loro note, ma poi, giunti al ritornello esplodono dentro e causano uno tsunami di sensazioni, difficili da collocare, ma forti e travolgenti.

Miss Pride, per me è stata una lettura con le capacità di una canzone come questa. Un inizio delicato e magico, che mi ha trascinata nelle campagne toscane, ha preparato il mio cuore facendomi intravedere le storie dei protagonisti e poi, mi ha folgorata con la forza abbagliante dell’amore, quello vero, eterno, che sopravvive a tutto e che non può rinunciare a lottare sfruttando le seconde possibilità.

Luise Patterson, – protagonista femminile di Miss Pride – è una bravissima attrice di Broadway, recita continuamente ed indossa delle maschere, ma non solo sul palco. La vera Luise, dolce, altruista, generosa e sensibile, la conoscono in pochi, forse solo le sue sorelle acquisite, le Cosmopolitan Girls.

La Luise “personaggio”, algida, insensibile, orgogliosa e superba è quella che appare agli occhi di tutti gli altri, compresi i suoi genitori, Roger ed Ella Patterson; entrambi attori di fama mondiale, con i quali ha un rapporto molto distaccato, tanto da chiamarli per nome ed ai quali, non concede mai affetto perché, in verità, loro non sono stati in grado di darne a lei.

La sua vita è incompleta, infelice e tormentata. Ogni giorno, paga per le scelte che è stata costretta a fare in passato, che non le hanno permesso di pensare a se stessa ed al suo cuore, a causa delle quali ci sono state delle conseguenze che lei, non ha mai avuto il coraggio di provare ad arginare.

Si dice, che davanti alle scelte da fare, per non sbagliare, bisogna seguire il proprio cuore; ma questo, a volte, non è facile, soprattutto se si dà valore a delle promesse fatte.

Luise è una persona altruista e generosa, e per lei, le promesse hanno un grande valore e vanno mantenute soprattutto se fatte alle persone che ama. Disattenderle è impensabile, perché non riesce a tradire e, quando si è ritrovata a farlo, una parte di sé è rimasta schiacciata dal peso della vergogna.

Dopo tanto tempo, si vede costretta a fare i  conti con il suo passato, e per lei diventa impossibile ingannare se stessa e i propri sentimenti.

All’apice dei suoi successi lavorativi, quando è pronta a calcare il palcoscenico per  vincere il secondo Tony Award come miglior attrice protagonista, le giunge la notizia della tragica morte dei suoi zii materni, Denis e Misie Wilson.

Con loro, in Italia presso Villa Artemisia, nel paesino toscano chiamato Santomotto,  ha passato tutte le estati della sua infanzia e della sua adolescenza e soprattutto i momenti più importanti della sua vita durante i quali è stata amata ed ha imparato ad amare.

Costretta a volare in Toscana, appena giunge all’aeroporto di Pisa, i ricordi riaffiorano e le ferite ricominciano a sanguinare. Gli odori, i colori, i suoni la riconducono inevitabilmente ad episodi del suo passato.

«Quell’odore mi sale nelle narici. Sentore di umido mischiato a cera d’api e a Champagne, il profumo di mia zia. Quando ero bambina quell’amalgama di fragranze non era solo qualcosa di etereo, ma tangibile e solido: significava casa.»

Il dolore per la perdita dei suoi zii, che hanno sempre fatto le veci dei suoi genitori, – dal momento che questi erano troppo presi da se stessi e dalla loro carriera, – si mescola con l’incapacità di gestire tutte le sensazioni che prova quando si rende conto di tutto quello che ha perso, tanto tempo fa, costretta a fare la sua inevitabile scelta.

«Il cuore inizia a palpitare come accadeva allora, quando arrivavo per trascorrere qui le mie vacanze estive. Sapevo che sarebbero stati mesi di scoperte e avventure fantastiche; di biscotti e pasta fatta in casa; di ginocchia sbucciate e picnic notturni al canto delle cicale, di giardini illuminati da migliaia di lucciole. Allora era adrenalina. Adesso è ansia, emozione.»

Tutto torna, le maschere cadono, e la vera Luise non può fare a meno di riemergere e soffrire, scoprendo che la vera sé stessa era rimasta lì e non ha mai abbandonato quei luoghi e gli affetti in essi custoditi. Ritrova tutto,  soprattutto la vera sé stessa e deve scontrarsi con la consapevolezza di aver rinunciato, allora, alla possibilità di essere felice.

Quella felicità perduta è rappresentata da una persona, la prima e l’ultima importante nella sua vita, Leone Adalberti, figlio di uno dei giardinieri che lavorano alla villa dei suoi zii, con il quale ha vissuto ogni giornata, delle sue estati passate in Italia.

«Conoscevo quel bambino meglio di chiunque altro. Lui conosceva me meglio di chiunque altro. Ho sperimentato ogni mia prima volta con lui, con il ragazzo che era. Ma l’uomo che mi troverò davanti? Sarà un estraneo.»

Oggi, quel nome, Leone, lo rappresenta in tutto è per tutto: possente, predatore, dai riccioli che ricordano una criniera indomita, gli occhi che sembrano braccarla e tutta la sua fisicità che sembra pronta a sovrastarla come se fosse la sua più succulenta preda.

«Un vero leone. Criniera al vento, passo indomito, sguardo selvaggio. Com’è che voglio essere una gazzella in ogni fibra del mio essere, e solo per finire in quelle fauci tentatrici? Sono una brutta persona.»

In passato, Leone e Luise, sono stati accomunati da tante cose: amicizia, amore puro ed incondizionato, condivisione di ricordi indelebili. E ancora adesso sono entrambi orgogliosi e considerano fondamentale mantenere le promesse fatte. Amano concedendo tutto se stessi, ma non hanno ancora avuto il coraggio di lottare per questo sentimento.

Leone, non vuole più soffrire, tanto meno per quella donna che un tempo si è portata via il suo cuore e che per lui, è stata e sarà sempre la sua “anchovina”, un nomignolo che racchiude tanti significati.

«Mi rendo conto adesso, standole accanto, che in tutti questi anni ho solo cercato di tappare un geyser di emozioni con un cumulo di sassi.»

Miss Pride

I protagonisti di Miss Pride, hanno una seconda possibilità, ma sapranno approfittarne? Troveranno il coraggio di amare, perdonare, superare il proprio orgoglio ed affrontare le loro stesse paure?

Miss Pride, è la storia dell’amore, quello vero con la A maiuscola, che non può temere niente, né il  trascorrere del tempo, né i vincoli e le catene poste da orgoglio e paure. Bisogna solo trovare il coraggio di amare.

Ormai penso sia chiaro che Charlotte Lays è entrata nel mio cuore. Ogni suo libro ha suscitato in me molte emozioni, tutte diverse e soprattutto mi ha trasmesso tantissimo di questa camaleontica autrice.

Lei è bravissima a dar voce a tutti i suoi personaggi, tanti ed ognuno diverso d’altro, e li rende quasi reali. Tramite loro comunica parte di se.

Ed è esattamente quello che cerco in un libro; cioè, riuscire ad entrare in contatto, anche se indirettamente, con l’autore, con le sue emozioni, i suoi principi e le sue speranza, e tutti i libri di Charlotte Lays possiedono questa meravigliosa caratteristica.

E poi, devo assolutamente ribadirlo, lei scrive veramente benissimo.

Con le sue descrizioni, i dialoghi strutturati ad arte, la passionalità, forte e tangibile, ma mai volgare, mi ha fatto palpitare il cuore.

In Miss Pride si “sente” tutto. Si riesce a percepire il profondo legame tra i due protagonisti e ogni sensazione da loro provata.

Ho amato il temperamento di Leone, focoso e divampante, ma ancora di più la sua correttezza  e la capacità di andare oltre le sue paure. La consapevolezza di Liuse, dei suoi limiti e della sua determinazione nell’agire sempre e comunque a favore degli altri.

Ma, soprattutto ho amato la purezza del loro sentimento.

Ho anche, ritrovato l’ironia esilarante, che appartiene alla penna di Charlotte Lays e che in Miss Pride si ripresenta negli immancabili dialoghi tra le Cosmopolitan Girls e si rinnova nella caratterizzazione della realtà, accogliente e invadente, di un tipico sobborgo italiano.

Un piccolo avvertimento: attenzione a Leone, perché fa venire voglia di avventurarsi nella savana, con la speranza di imbattersi nel suo ruggente fascino! UN RICHIAMO IRRESISTIBILE!

Con la voglia di andare a scoprire quale altra magia è stata capace di fare Charlotte Lays in ImPerfect Lady, il quarto volume della NY Sinners Series, vi lascio con una canzone molto importante per Luise e Leone.

When we were young  di  Adele

 

La storia che volevamo

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *