Il figlio dell'italiano

Il figlio dell’italiano di Rafel Nadal

Il figlio dell'italiano

Titolo: Il figlio dell’italiano
Serie:  Stand Alone, Autoconclusivo
Autore: Rafel Nadal
Genere: Narrativa storica
Tipo di finale: Chiuso
Narrazione: in prima persona, POV alternato dei vari personaggi (presente); terza persona (passato)
Data di pubblicazione: 10  marzo 2020
Traduzione: Stefania Maria Ciminelli
Editore: DeA Planeta

TRAMA

Tra saga familiare e grande Storia, una vicenda romantica e struggente sui temi dell’identità e dell’amore.

Tutti evitano la casa di Mateu della Mina, la più misera del paesino catalano di Caldes de Malavella. E anche Mateu, se potesse, farebbe lo stesso.

Figlio di un boscaiolo e di una lavandaia, è tutto il contrario della sua numerosa famiglia: laddove genitori e fratelli sono irruenti e litigiosi, lui è introverso e riflessivo, e alla loro scarsa voglia di lavorare oppone un’indole seria, rispettosa e determinata. Mateu, si mormora in paese, è “il figlio dell’italiano”, un soldato sopravvissuto al naufragio della corazzata Roma, bombardata dai nazistidopo l’armistizio del 1943. Del forestiero si ricordano solo i modi gentili, il bell’aspetto e le canzoni napoletane che amava fischiettare.

È alla morte della madre, a sessant’anni quasi compiuti, che Mateu decide di chiarire il mistero delle proprie origini: intraprende così un viaggio attraverso Spagna e Italia, alla scoperta di un amore proibito e di ricordi a lungo rimossi. A tornare alla luce saranno, oltre alla sua, le storie delle centinaia di marinai italiani scampati al bombardamento della Roma e delle famiglie catalane che offrirono loro rifugio.

Le vicende di Ciro, Santo, Ovilio, Gavino e del Poeta si intrecciano così a quelle di Joana che amava i fiori, di Pere di casa Rabassa, padre fuggitivo della piccola Carme, di Quimeta di Vidreres, la “fidanzata catalana”, e di Manela dell’Ideal, indomita figura di vedova capace di ribellarsi alla violenza della Storia. Nel ricostruire un episodio – poco noto ma dall’alto valore simbolico – della Seconda guerra mondiale, Rafel Nadal compone un romanzo corale che intreccia ricostruzione biografica e invenzione romanzesca in un affresco epico e intimo allo stesso tempo.

Copia ARC inviata gratuitamente dalla CE  in cambio di una recensione onesta e sincera.

Ho letto Il figlio dell’italiano, scritto da Rafel Nadal, per partecipare al Review Party di oggi, grazie alla DeA Planeta che, attraverso la blogger Raffella De, ci ha coinvolto nell’evento.

Rafel Nadal, ha scritto una bella storia. La narrazione riguarda fatti realmente accaduti, eventi, che si sono temporalmente succeduti  determinando una scorcio del passato dell’umanità. La “sua storia”, però assume delle caratteristiche molto affascinati. Evidenzia, infatti, come alcuni accadimenti possano rappresentare un vero e proprio filo conduttore tra le persone. Momenti storici, che creano legami tra esistenze lontane, nel tempo e nello spazio, ma che le collegano indissolubilmente.

L’autore ha studiato ed analizzato gli episodi storici, servendosi dei racconti di chi li ha vissuti direttamente. I protagonisti parlano direttamente al lettore e gli permettono di osservare gli eventi dall’interno. Nei loro racconti, infatti, emergono tutte le emozioni che i momenti difficili della vita è stata capace di fargli provare. Le sofferenze e le gioie che, in un modo o in un altro, gli hanno permesso di renderli ciò che sono adesso.   

Durante questo viaggio con i protagonisti, tra le pagine del tempo,  il lettore si trova così a porsi la loro stessa domanda: Mateu della Mina è Il figlio dell’Italiano?

Mateu è un uomo adulto quando perde sua madre, alla quale non ha mai avuto il coraggio di chiedere le risposte alla domanda che per tutta la vita si è trovato a porsi. 

«Avevo una famiglia, sì, ma mi sembrava sempre più incompleta. Avevo una moglie e due figlie, potevo guardare avanti con orgoglio e fiducia, ma non potevo guardare indietro, perché non avevo un padre e questo voleva dire che non avevo un passato.»

Da sempre, tutti in paese dicevano che Mateu della Mina – questo il nome della casa in cui passò la sua infanzia tra miseria e violenza – era il figlio di uno dei marinai della corazzata Roma, sopravvissuti al suo affondamento. Questo, il nome della nave italiana che, durante la seconda guerra mondiale, è stata colpita dal fuoco tedesco, contrario alla firma posta dall’Italia sull’Armistizio con gli Alleati. 

«…la corazzata Roma, la nave ammiraglia della Regia Marina, mostrava orgogliosa le sue strisce bianche e rosse, mentre il sole estivo si rifletteva sull’acqua, come in uno specchio, e sembrava illuminare tutta la baia.»

Mateu, al cimitero di Caldes de Malavella, dove è sepolta la madre, decide di cercare quel marinaio che potrebbe essere il suo vero padre. Sente, infatti, un improvviso bisogno di sapere, di conoscere e riappropriarsi di quella parte di sé che non ha mai potuto avere.

Ed è così, parlando allo stesso Rafel, che si sta occupando di scrivere una storia su quell’evento storico, Mateu si racconta. Delinea, ogni tratto fondamentale della sua infanzia e della sua famiglia di origine. 

«Era da un po’ che andavo dietro a Mateu per fargli qualche domanda sugli italiani e sul motivo per cui si era deciso solo adesso, da anziano, a cercare suo padre.»

I fatti e le esperienze che hanno come protagonisti i membri di una famiglia catalana, trovano in modo affascinante un collegamento con la storia della corazzata Roma, e con una famiglia italiana. Passato e presente si intrecciano, portando a galla le vicissitudini affrontate dall’equipaggio italiano che era a bordo durante i bombardamenti.

Il figlio dell'italiano

In quell’occasione morirono tantissimi giovani soldati, ma per fortuna tanti riuscirono a salvarsi e trovarono ospitalità in terra catalana. Tra i sopravvissuti, Ciro originario di Napoli, che durante il suo soggiorno a Caldes era rimasto colpito da Joana.

Quest’ultima era la persona che si occupava di fare il bucato per i soldati italiani.  Una donna, però, sposata con un marito insensibile e aggressivo e con due figli.

«…tutti i marinai italiani sembravano uguali, ma Ciro sin dal primo giorno le era sembrato diverso: attento, gentile, dolce. Non avrebbe mai pensato che esistessero uomini così: dal carattere forte e deciso, pronti a fare il giro del mondo su una nave da guerra, ma anche dai modi delicati come il volo di una farfalla.»

La vita del giovane Ciro e dei suoi amici, si ricollega, nel presente, ad una famiglia italiana. La stessa che, in qualche modo, sembra poter offrire a Mateu il pezzo mancante, quello fondamentale per sapere la verità.

Rafel Nadal, è uno scrittore capace di coinvolgere il lettore completamente. La sua minuziosa ed attenta ricostruzione storica non rende minimamente lenta la lettura. L’autore, infatti, mantiene vivo l’interesse di chi legge facendo raccontare i fatti e le sensazioni direttamente dal cuore dei suoi personaggi. 

Un linguaggio semplice e diretto, un editing impeccabile e una traduzione a regola d’arte, rendono Il figlio dell’Italiano un libro molto interessante e, sicuramente, da consigliare.

«Passare da non avere niente ad avere tutto è qualcosa di cui essere grati. Poter aiutare chi ne ha bisogno, se ne ha bisogno; poter soddisfare tutte le necessità della famiglia, senza privazioni. Non lo so, questa è una delle soddisfazioni più grandi della vita. O chiamala come vuoi: è una compensazione, una ricompensa per tutti quei brutti anni della Mina.»

 

 

 

 

 

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