Il diritto di opporsi

Il diritto di opporsi di Bryan Stevenson

Titolo: Il diritto di opporsi
Serie:  Stand Alone
Autore:  Bryan Stevenson
Genere:   Narrativa, non fiction
Tipo di finale: Chiuso
Narrazione: prima persona, POV Bryan Stevenson
Data di pubblicazione: 30 gennaio 2020
Editore: Fazi Editore
Trama
Il libro da cui è tratto il film omonimo con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson.

Bryan Stevenson era un giovane avvocato da poco laureatosi a Harvard quando decise di trasferirsi a Montgomery, in Alabama, e fondare la Equal Justice Initiative, un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata a porre fine all’incarcerazione di massa e alle pene estreme, a sfidare l’ingiustizia razziale ed economica e a proteggere i diritti umani fondamentali delle persone più deboli e vulnerabili.

Al resoconto della sua formazione Stevenson intreccia le storie delle persone che ha difeso e che lo hanno condotto in un groviglio di cospirazioni, macchinazioni politiche, inganni legali e razzismo diffuso, modificando profondamente la sua concezione della giustizia.

Tra i vari casi spicca quello di Walter McMillian, un afroamericano condannato a morte per l’omicidio di una ragazza bianca, nonostante innumerevoli prove dimostrassero la sua innocenza.

Il diritto di opporsi è un’indimenticabile testimonianza del coraggio, della perseveranza e dell’umanità necessarie a perseguire una giustizia più equa, ma anche una struggente denuncia contro la pena di morte.

Da questo libro, un bestseller da un milione e mezzo di copie vendute che da duecento settimane è ai vertici delle classifiche americane, è stato tratto il film con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson.

«Ognuno di noi è ben di più dell’atto peggiore che possiamo aver commesso.»

Queste sono le parole di  un eroe afroamericano che ha fatto della sua professione una missione di vita. Questo è ciò che pensa Bryan Stevenson, che con la sua umanità, anche nella più profonda disperazione, è stato in grado di infondere emozioni positive in uomini annientati. 

Sin da giovanissimo i suoi propositi appaiono molto ambiziosi: superare i pregiudizi, abbattere la paura del diverso, annientare l’ignoranza e le discriminazioni, riportare la speranza.

In Il diritto di opporsi lui parla al lettore di come, con sensibilità e profonda dedizione, abbia lottato incessantemente contro gli errori, che diventano orrori, ed i soprusi giudiziari. In queste pagine scrive di se stesso ed ha il coraggio di mostrare apertamente tutte le sue fragilità. 

Affrontare la parte più mostruosa dell’essere umano, lo distrugge e indebolisce.

Davanti a chi si arroga il diritto di uccidere in nome della legge, a chi abusa del proprio potere a discapito dei più disagiati, poveri o disabili, o ancora a chi è capace di sotterfugi illeciti, pur di condannare un “negro”, si sente impotente.

«Nel comprendere la distruzione, infatti, risiede una forza, persino un potere, poiché accogliere la nostra distruzione crea un bisogno e un desiderio di pietà, e forse anche un bisogno corrispettivo di mostrare pietà. Quando si prova pietà, si imparano cose che diversamente è difficile apprendere. Si vedono cose altrimenti impossibili da notare; … Si inizia a riconoscere l’umanità che risiede in ciascuno di noi.»

In alcuni momenti si scoraggia, ma il suo essere eroico risiede proprio nel saper trarre forza dalle stesse macerie del suo animo. Cade e si rialza, si perde d’animo ma continua a sperare. 

Grazie alla sua tenacia è riuscito a raggiungere obiettivi inimmaginabili e straordinari. Non solo, nel corso degli anni, ha strappato dal Braccio della morte centocinquantadue persone, ma è riuscito a donare a tantissimi detenuti innocenti la speranza. Ha offerto loro la cosa più importante di tutte: la considerazione.

Per alcuni di loro il solo fatto di essere ascoltati e considerati ha reso la prigionia meno gravosa. 

«Avere una conversazione normale con qualcuno che non si trovasse nel braccio della morte o che non fosse una guardia lo faceva sentire meglio, e io passavo sempre del tempo in più con lui per parlare di cose che non fossero legate al caso. Non lo facevo solo per lui, ma anche per me stesso.»

L’avvocato Stevenson è riuscito a far sorridere chi non ricordava più come si facesse. Ha aiutato dei bambini, processati come adulti, sottraendoli agli abusi del regime carcerario. 

«Mettemmo in evidenza l’incoerenza di non consentire ai ragazzi di fumare, bere, votare, guidare se non con delle limitazioni, donare il sangue, acquistare armi e una serie di altre attività perché ne riconosciamo la mancanza di maturità e di discernimento, e allo stesso tempo, nel sistema di giustizia penale, trattare i ragazzi più a rischio, più trascurati e penalizzati alla stregua di adulti pienamente sviluppati.»

Ha raccolto le pietre, che gli altri erano pronti a scagliare sul peccatore, in modo da alleggerire il carico delle ferite inferte. 

Per tutto quello che è riuscito a fare e che continua ancora oggi a portare avanti, per me, Bryan Stevenson è un vero eroe. Ha avuto il coraggio di non girarsi dall’altra parte di fronte agli ostacoli; ha lottato in tutti  i modi possibili per superarli e riportare la giustizia all’interno dei procedimenti penali.

Molte cose sono migliorate nel corso degli anni, e in Il diritto di opporsi, l’autore ci delinea, con dati alla mano, tutti i cambiamenti legislativi che hanno reso meno assurde le leggi relative alle condanne all’ergastolo senza libertà condizionale, (soprattutto di minori o portatori di disabilità ed anche nel caso di crimini diversi dall’omicidio), alle condanne a morte, prima con la “Yellow Mama” (la sedia elettrica) e poi, con l’iniezione letale. 

Traguardi importantissimi, a favore della pietà e della compassione. In grado di fornire la speranza di avere, prima o poi, un cambiamento profondo anche nelle coscienze dei più ottusi. 

«La pietà è sommamente efficace, liberatoria e capace di operare il cambiamento quando è destinata a chi non la merita.

«Le persone che non se la sono guadagnata, che non l’hanno neppure cercata, sono i beneficiari più significativi della nostra compassione.»

Molti degli obiettivi raggiunti in seno alla Corte Suprema, sono merito di Bryan Stevenson e di tutte le persone che hanno collaborato o collaborano ancora oggi, nella sua associazione, la EJI (Equal Justice Initiative).

«Mesi prima che aprisse il nostro centro, cominciai a visitare il braccio della morte dell’Alabama ogni mese, viaggiando da Atlanta per incontrare alcuni nuovi clienti, tra cui Walter McMillian.»

In Il diritto di opporsi viene approfondito il caso giudiziario di un innocente, nato e cresciuto nella Contea di Monroe, Walter McMillian, condannato a morte per un omicidio che non ha mai commesso. Il signor McMillian è stato processato sulla base di testimonianze false e manipolazioni di atti d’ufficio. Nessuno ha mai voluto ascoltare la sua disperazione nel dichiararsi innocente, nessuno ha mai dato credito alle vere testimonianze che palesemente lo avrebbero scagionato. 

«“C’erano giorni in cui non riuscivo a respirare”, avrebbe poi ricordato. “In vita mia, non avevo mai provato nulla di simile. Avevo intorno tutti quegli assassini e, malgrado ciò, a volte sentivo che loro erano gli unici che cercavano di aiutarmi. Pregavo, leggevo la Bibbia e mentirei se ti dicessi che non avevo paura, terrore quasi ogni giorno”».

Per la giustizia lui era meritevole di morire, al di là di qualsiasi crimine commesso perché già, semplicemente, colpevole di non essere un bianco. 

Il diritto di opporsi

Discriminazioni razziali inaccettabili ma tristemente reali ed il caso McMillian rappresenta solo uno dei tantissimi processi, portati avanti senza una vera imparzialità.

Il diritto di opporsi è la storia di un avvocato che esercita la sua professione. Non come un semplice lavoro ma mettendoci tutto se stesso, anima e corpo. Un uomo che riesce a diventare un eroe, non per la sue gesta, ma per la sua incredibile umiltà ed umanità.

Il diritto di opporsi è un libro emozionante e sconcertante, che mette il lettore di fronte alla mancanza di coraggio e di pietà di chi gestisce il sistema giuridico. Uomini che dovrebbero garantire la sicurezza e la giustizia a nome della popolazione. E,  invece, seguono solo la legge del potere, della discriminazione razziale e di ceto.

«Provai il bisogno di spiegare alla gente ciò che Walter mi aveva insegnato. Lui mi aveva fatto comprendere per quale motivo dobbiamo riformare un sistema di giustizia penale che continua a trattare meglio le persone ricche e colpevoli rispetto a quelle povere e innocenti. Un sistema che nega ai poveri l’assistenza legale di cui hanno bisogno, che rende la ricchezza e la posizione sociale più importanti della colpevolezza, deve essere cambiato.»

Sento la necessità di ringraziare Bryan Stevenson per tutto ciò che sta facendo nella sua vita a favore del genere umano. Ringrazio ancora una volta la Fazi Editore, per avermi fornito la copia ARC dell’ennesimo libro straordinario (siete grandi!) e dico anche grazie a Raffaella De di The Reading’s Love Blog per aver coinvolto anche il nostro blog nel Review Tour di Il diritto di opporsi.

Colours, non perdetevi questo libro perché è nutrimento per l’anima.

Buona lettura.

«“Abbiamo bisogno di più speranza Abbiamo bisogno di più pietà  Abbiamo bisogno di più giustizia”».

Il diritto di opporsi

 

 

 

 

 

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