Fino alle stelle di Elle Eloise

Fino alle stelle di Elle Eloise

Fino alle StelleTitolo: Fino alle stelle
Autore: Elle Eloise
Serie: “How disappear completely” #4
Genere: Contemporary Romance  / Autoconclusivo
Narrazione: Prima persona POV alternati (Sam e Mia)
Tipo di Finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 08 Dicembre 2019
Editore:  Self Publishing

Trama:

Samuel vive la vita come si guarda un film: immagina dialoghi e situazioni, vola di fantasia, senza vivere davvero. Regista alle prime armi e studioso di Cinema al D.A.M.S. di Torino, da quando due anni prima ha perso suo fratello Max in un incidente, la passione per il cinema non fa altro che acuire la distanza che lui interpone tra sé e gli altri.

Questo capita soprattutto con Mia, la timida compagna di università che invece vorrebbe vivere l’amore con tutta l’intensità che esso richiede. Il cortometraggio che dovranno girare insieme potrà giocare a loro favore o dividerli per sempre.

Il cinema è lo sfondo ideale per una storia di amicizia, amore, passione in una Torino che diventa un crocevia di vite, destini, personaggi. Dopo “Cuore d’inverno”, “Come una tempesta”, “Voci nel vento” e la raccolta di novelle spin off “Bonus Track”, “Fino alle stelle” è la nuova edizione self publishing, riveduta e corretta, di “Solo noi nell’universo”, quarto e ultimo volume autoconclusivo della serie “How to disappear completely”.

Temi Affrontati – Spolier – “Fino alle Stelle”

Bullismo, dolore per perdita familiare, passione per il mondo del cinema, friendzone, amici/amanti

[riduci]

 

Capelli rossi, occhi azzurri e barba incolta, Samuel è un ragazzo di ventiquattro anni al quale la vita ha già tolto molto. A distanza di due anni dalla notte che lo ha cambiato per sempre, vive senza farsi coinvolgere da niente e nessuno, cercando di anestetizzare un dolore troppo forte da gestire.
L’unica ancora di salvezza che lo tiene in piedi è la passione per il cinema. È proprio durante un corso universitario che conosce Mia.

Un incontro che fin dal primo momento definisce i contorni di due vite vissute agli antipodi senza, apparentemente, avere nulla in comune.
Un cortometraggio da girare insieme sarà la ragione per avere a che fare l’uno con l’altro, trovandosi ben presto al centro di un vortice che li risucchierà, fino a sfidare le loro convinzioni. In un crescendo di emozioni e ritorni nel passato, Sam e Mia dovranno decidere se salvarsi a vicenda oppure perdersi per sempre.

A fare da sfondo a questa storia è il cinema, con i suoi linguaggi, i suoi tempi, le sue tecniche e la sua magia.

Ci sono tutti gli ingredienti necessari a intrappolare il lettore sul divano come davanti ad un grande schermo (popcorn inclusi): amicizia, amore, dolore, passione.
Due ragazzi che vivono sospesi, alla ricerca di qualcosa che pensano essere fuori dalla loro portata: riscattarsi da una vita senza felicità.

Samuel si fa inquadrare subito: burbero, arrabbiato e pieno di silenzi.
Il suo sguardo disincantato sul mondo ne definisce le ammaccature e gli spigoli, che mostra soprattutto quando interagisce con gli altri, a partire dai suoi familiari fino ai suoi amici. Più che vivere lui sopravvive e lo fa utilizzando la sua immaginazione, applicando alla vita lo schema di un regista che dirige un film, nascondendosi dietro la telecamera:

“Vorrei fermare il tempo, vorrei che non andasse così veloce. Nei film basta mettere in pausa, ma nella realtà appena io mi fermo gli altri sembrano andare al doppio della velocità”.

Ha talento Sam, la sua passione per la regia potrebbe davvero portarlo lontano perché ha tanto da raccontare ma è bloccato, stritolato in un meccanismo che lo imprigiona e che lui stesso alimenta:

“La libertà a volte può essere la più claustrofobica delle prigioni, ora lo so. … io sono ancora quel bambino che vive nel silenzio, da solo. Che guarda film per vivere vite di altri, per sentire qualcosa, un’emozione, un momento di gioia, uno di dolore, per poi fare ogni tanto sbarco sulla vita vera, fingere di relazionarmi con gli altri ma tenendomi a distanza”.
«Ho voluto concentrarmi su ciò che non si vede, ciò che rimane nell’ombra, qualcosa che sembrerebbe poco importante ma che invece nasconde qualcosa di fondamentale… Il senso si coglie dall’equilibrio tra il visibile e l’invisibile, quindi ho voluto parlare anche di ciò che sta al di fuori dell’inquadratura, a partire dai suoni fino a concentrarmi sull’oggetto della visione di chi sta in scena»

 Mia è un personaggio che ho amato moltissimo e che fin dalle prime pagine avrei voluto abbracciare e stringere a me. Timida e insicura, è tutto quello che di più lontano ci possa essere dall’idea di una ragazza nel fiore degli anni e che vive la sua età con leggerezza.
A causa della balbuzie che l’affligge fin da piccola e che l’ha resa facile preda di pesanti cattiverie a scuola, Mia ha subìto dei traumi in grado di crearle profonde ferite che diventano certezze nell’avere a che fare con gli altri e soprattutto con sé stessa, facendola sentire diversa, strana fin tanto da scegliere l’invisibilità come unica arma di difesa.

Ma il dolore le ha insegnato a incassare, a essere forte, trasformandola in una guerriera moderna, che sopravvive restando in piedi, che subisce continuando a credere in qualcosa di bello, magari un amore vero, dove sentirsi speciale.
È una sognatrice che immagina e crea fantasie per sfuggire ai momenti più bui, trovando rifugio in un mondo parallelo, un universo fatto di stelle e “piccoli momenti perfetti” che le consentono di carpire attimi di felicità. Mia è un personaggio complesso, pieno di sfumature poetiche, che affascina in modo del tutto inconsapevole ed è per questo che l’ho davvero sentita. Uno dei personaggi femminili più belli che abbia mai letto.

“Perché, come dice la canzone, l’amore è da condividere. Io l’ho sempre donato ma mai ricevuto, ma è come correre una maratona zoppicando. Ti sembra che manchi sempre qualcosa, mentre io voglio avere tutto, voglio essere una di quelle persone che merita un amore come quello. Voglio essere la ragazza della canzone, voglio essere quel tipo di persona a cui si dedicano parole come quelle che Paul ha dedicato alla Asher”.
“A volte non capisco proprio come mai io sia così diversa in pubblico, come se mi autocensurassi. Forse è per questo che adoro stare per conto mio, come adoro la tranquillità della collina.”

L’incontro con Sam la destabilizza, la congela. Dal canto suo Sam resta incuriosito, in parte anche affascinato, da questa “stramba creatura”:

“Mi viene da ridere per il suo modo di approcciarsi alle persone: è silenziosa, ma se le dai corda diventa un segugio”.

 La passione per il cinema che li accomuna sarà l’inizio di qualcosa che nessuno dei due ha mai sperimentato prima e che li attirerà inesorabilmente, ponendoli difronte ad una scelta, ad un’evoluzione:

 “Volevo stare un attimo con te”, le spiego tra un bacio e l’altro. In verità sto andando in pezzi perché appena sento il suo profumo è come se tornassi a casa, come se respirassi dopo un’apnea. Mia ha il potere di risvegliarmi da un come, e la cosa è terrificante”.

 La storia che sceglieranno di realizzare per il cortometraggio li metterà a dura prova e diventerà un percorso sofferto e catartico. Non sarà facile superare i muri che si sono costruiti, illuminare le ombre, uscire dalla telecamera diventando loro stessi i protagonisti del film delle loro vite:

«La storia di un ragazzo e una ragazza, e di come le cose non sono come sembrano.» Altri baci interrompono il suo racconto e si posano sul mio ventre teso. «Di come due anime riescano a incontrarsi in un universo di possibilità, come se fossero destinate a trovarsi per cominciare a vivere. Di come l’invisibile dia il senso al visibile.»

Fino alle Stelle

“Fino alle Stelle” forza il cuore, lo incrina fino a scomporlo in piccoli pezzi luminosi come stelle, quelle che Mia ammira sul suo soffitto in camera ogni sera. Stelle che, leggendo questa storia, si ricompongono in una costellazione che rende l’universo più bello.

“Spengo anche l’ultima fonte luminosa e rimaniamo completamente al buio. Le stelle brillano come la prima volta che mio nonno me le ha fatte trovare in camera, diceva che erano una magia. Anche adesso penso che siano una magia insieme alla versione acustica di This must be the place interpretata dai Lumineers, che ascoltiamo per la terza volta di fila.
«Q-quella è Andromeda. Lì ci s-sono i segni zodiacali… Ariete, Sagittario, Scorpione…» vado avanti a spiegare fin quando, con la coda dell’occhio, mi accorgo che Samuel non sta più ammirando il soffitto, ma è rivolto verso di me. Con il cuore in gola, piego la testa nella sua direzione. I suoi occhi azzurri sono ancora più luminosi delle stelle che ci osservano dall’alto del soffitto, ma quando si avvicina per baciarmi, scompaiono dietro le ciglia. È un bacio lento, morbido, straziante”.

Si dice che il fine ultimo dell’arte sia far vibrare l’anima. Chi compone, non importa con quale strumento, suono, colore o parola, vuole lasciare un segno negli altri, suscitare ricordi o emozioni.
In questo senso il cinema è la summa delle arti, quando le luci si spengono e immagini, dialoghi, melodie ci avvolgono e ci trasportano altrove, nel tempo e nello spazio. Elle Eloise con “Fino alle Stelle” ha fatto questa magia.

Leggere questa storia per me è stato come guardare un bellissimo film, in cui la regista si riconferma un’autrice capace di emozionarmi.

“How to disappear completely mi ha insegnato che da una singola storia ne possono nascere infinite, come infiniti sono i punti di vista sulla realtà”.

Dopo “Cuore d’inverno”, “Come una tempesta” e “Voci nel Vento”, “Fino alle Stelle” chiude la serie “How to disappear completely “scritta magistralmente da Elle Eloise, grazie alla quale abbiamo conosciuto le storie di un gruppo di ragazzi segnati dal destino che, ognuno in modo diverso, cerca la strada per tornare a casa.

 

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